Cesare Garboli

Il territorio versiliese secondo un grande letterato: Cesare Garboli.

La Versilia Storica: Pietrasanta, Forte dei Marmi, Servezza e Stazzema.

Una grande confusione o, se si preferisce, un equivoco storico ormai consolidato, al quale sembra impossibile mettere riparo, regna intorno alla toponomastica di uno dei litorali più incantevoli e celebrati della nostra penisola, la bella Versilia ricca di pinete e di marmi, castagni, oleandri, tamerici, caprifogli, pitosfori, rincospermi che spargono nei tiepidi e caldi mesi di primavera e d'estate il loro acuto profumo misto al salso odore del mare.
Nell'opinione corrente, i confini della Versilia s'identificano a Sud con la pineta di San Rossore, passata Bocca d'Arno, e a Nord con il fosso del Cinquale e le sabbie di Marina di Massa, dei Ronchi e del Poveromo. Nel tracciato di questi confini si riassume il pomo di una discordia ringhiosa e rissosa che si trascina da un secolo. Sui confini a Levante e a Ponente non sorgono discussioni, tutto è davanti agli occhi. Il sole sorge dietro le Alpi Apuane, e tramonta al mare.
I versiliesi puri, irreducibili, che contestano questa cartografia e non si rassegnano a confondersi con gli abitanti di Viareggio, di Torre del Lago e del Lido di Camaiore, hanno molte ragioni da vendere. La Versilia autentica, incorrotta, incontaminata da ricorrenti migrazioni sale a perpendicolo dalle spiagge di Marina di Pietrasanta e di Forte dei Marmi (o Magazzino dei marmi, come si diceva nell'Ottocento) verso le alture di Pietrasanta e di Serravezza, e di lì s'inerpica lungo le gole e gli ombrosi anfratti che costeggiano il torrente Versilia fino a raggiungere i comuni che si raccolgono adagiati nelle verdi conche sotto le vette delle Apuane: Cardoso, Farnocchia, e la bellissima Stazzema. [...]

[...] La capitale abusiva della Versilia, Viareggio, non era allora la città un po' qualunque che è oggi. [...]

Articolo pubblicato per gentile concessione a Versilia.org di Cesare Garboli.

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