Il Torrente Baccatoio

Il torrente Baccatoio che ha portato ricchezza e veleni al paese di Valdicastello Carducci

La vallata di Valdicastello Carducci è trascorsa da un torrente di dimensioni modeste ma che ha rivestito un ruolo di primo piano nello sviluppo e nell'economia dell'intero paese, lungo questo corso d'acqua infatti sono sorsi innumerevoli mulini e frantoi che sfruttavano la forza delle cascate per far muovere le proprie macine. Il torrente agli inizi del 1900 dava energia ai circa 14 mulini e frantoi presenti nel paese ma era anche un punto d'aggregazione, infatti lungo le sue rive numerosi erano i lavatoi in cui si ritrovavano le donne per il bucato.
Il torrente denominato Baccatoio o più a valle Fosso di Motrone, ha origine da una serie di rii che scendono dal crinale compreso fra i monti Gabberi, Lieto e Ornato, il suo corso è lungo circa 10 Km. e sfocia in mare tra Marina di Pietrasanta e Lido di Camaiore in località Motrone. I due rami principali che danno vita al corso d'acqua sono il canale di Fondo che nasce da alcune sorgenti e principalmente quella di Santa Maria Maddalena ed il canale dei Mulini detto anche Canal Ferraio o Canale di Sant'Anna, originato dal canale delle Piastre che risale dal canale dell'Angina che scende dalle miniere di Monte Arsiccio.
Percorrendo Valdicastello, il Baccatoio riceve l'apporto di tre sorgenti principali, Pollone, Tre Fontane e Martinatica. Quest'ultima sorgente (nei pressi della Pieve di San Giovanni), prima di immettersi nel torrente andava ad alimentare un "Bottaccio", cioè una vasca mantenuta normalmente sempre colma da aprire in caso di siccità per alimentare il torrente e far muovere le macine o usare le acque per uso irriguo.
La portata delle acque è normalmente modesta sia per le scarse immissioni sia per le numerose perdite ed evaporazioni, al termine della vallata di Valdicastello si ha una portata media di 200 litri al secondo. Ciò fa pensare che solo il 5% di tutta l'acqua entrata nel bacino idrogeografico giunga effettivamente alla foce.
In pianura il Baccatoio fa da scolo alla depressione situata fra i conoidi del fiume Versilia e del Fosso di Camaiore, dei quali drena gli scoli fra i quali il più noto è la Gora degli Opifici che vi confluisce con il nome di Fossa delle Prada. Tra i fossi minori possiamo citare il Fosso Quadrellara ed il Fosso Secco.
Nella storia recente, a parte qualche disagio dovuto a piccoli straripamenti, è da ricordare la manifestazione della Giornata Ecologica del 30 Settembre 1990 che organizzata da un gruppo giovanile vide l'intero paese impegnato nella ripulitura del torrente.

Nel Settembre 2014 è stato ordinato un divieto di utilizzare l'acqua potabile per la presenza di tallio, un minerale molto velenoso. Solo allora si è pensato di collegare il colore rossiccio del fondo del fiume alla presenza di minerali pericolosi per la salute.
Pare che la presenza di questi minerali derivi dalle vecchie lavorazioni dove si è estratta la barite che serviva per la preparazione di fanghi usati nei sondaggi petroliferi. Dalla produzione, veniva scartata la pirite, che per la maggior parte è ancora tutta ammassata nelle gallerie e su cui filtra acqua proveniente dalla montagna».
Sono quei drenaggi, dicono gli studiosi, a portare nel torrente Baccatoio una miscela di sostanze molto pericolose: antimonio, cadmio, arsenico e piombo e ad intorbidirlo di rosso ruggine. «Tutte sostanze tossiche che attraverso un processo naturale precipitano, si solidificano e si neutralizzano. Nella pirite, però, è presente anche il tallio, un metallo nocivo e rarissimo presente in pochi altri posti al mondo. Nelle pietre ci sono concentrazioni altissime, 1 grammo ogni chilo, ma non nel corso d'acqua. «A differenza di tutti gli altri elementi, il tallio non precipita ma si diluisce nell'acqua. Non sappiamo ancora se sia la miniera ad inquinarla o se la presenza di tallio sia frutto di un processo naturale, ma la sorgente Molini di Sant'Anna, che si trova proprio nel cuore dell'area mineraria e serviva fino alla scoperta del problema l'acquedotto di Valdicastello e parte di Pietrasanta, è contaminata da concentrazioni che variano da 15 a 17 microgrammi sul litro mentre il testo unico sull'ambiente in Italia fissa il limite a 2 per le acque sotterranee».

@ Pier Luca Mori 2024

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