Tosca

Venerdì, 14 Agosto 2020

Tosca, al Gran Teatro Giacomo Puccini.
Secondo spettacolo.
Nelle intenzioni di Stefano Monti, che firma regia, scene e costumi, nel segno di un accentuato simbolismo, un impianto scenico essenziale, costituito da tre grandi cerchi concentrici, animerà il palco di Tosca (6 e 14 agosto 2020)

Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini – Torre del Lago Puccini

ore 21.15 6–14 agosto

Regia, scene e costumi Stefano Monti Direttore Alberto VeronesiOrchestra del Festival Puccini

Tosca, il melodramma per antonomasia che racconta dell’amore e della morte è affidato all’interpretazione del Maestro Alberto Veronesi, alla bacchetta di Alberto Veronesi che ancora una volta guiderà i musicisti dell’Orchestra del Festival Puccini vedrà un allestimento che, come dichiara Stefano Monti che per l’opera firma scene, regia e costumi segna un “ Ritorno all’essenziale” . Un allestimento che segue due linee d’indirizzo: l’essenzialità, anche delle forme e, ciò che assumo sempre come linea guida per la messa in scena, lo spazio scenico. Tutto il resto è incertezza, tutto si svilupperà work in Progress attraverso un continuo adattamento ad una situazione fluida dettata dalle disposizioni normative, dall’andamento epidemiologico, e soprattutto dalla percezione emotiva. La scenografia si compone di tre grandi cornici rotonde in verticale. La cornice centrale a sua volta contiene un disco a specchio orientabile. Le tre grandi cornici verticali nella forma perfetta di cerchi, contengono l’imperfezione di un mondo che oggi si manifesta attraverso l’attuale pandemia. Il tutto funzionale alla narrazione e al suo sotto-testo immaginario e simbolico. Ho immaginato effetti luci provenienti da sotto la griglia- tavolo, come a manifestare il potere rovente di Scarpia. All'interno delle due cornici adiacenti a quella centrale, si manifestano le dimensioni dell'immaginario pittorico o amoroso con interventi mimici, e quelle del mondo onirico e del magico attraverso il teatro di figura su nero. Contrariamente alla funzione essenzialmente narrativa dei movimenti scenici e delle azioni incentrate sulla cornice centrale, quelle laterali racchiudono essenzialmente le proiezioni dei personaggi e quelle che si vorrebbe suggerire al pubblico. La struttura, dall'inizio alla fine, esprime la graduale concentrazione di tutte le emozioni e i valori ambivalenti o contrapposti, amore e gelosia, libertà dell'artista e potere schiacciante, fino all'esecuzione finale immaginata non di profilo, come solitamente viene rappresentata, ma con i fucili puntati verso il pubblico, quasi a voler provocare, a sorpresa, una seppure fuggevole scelta di campo...e di vita.

La luce La funzione della luce, in un progetto come questo, assume un significato ancora più importante in quanto non si fa più solo portatore di valori emozionali e pittorici ma espressivi e funzionali. Cosa meglio della luce accecante diretta al pubblico può venire in soccorso per occultare necessità di distanziamento in momenti convenzionalmente di corpo a corpo, come l'accoltellamento di Scarpia. Saranno gli spettatori a completare nell’immaginario il gesto di Tosca che afferra il pugnale sprigionando un lampo di aggressività quale salvezza per lei e l’oggetto del suo amore.

La tecnologia al servizio e in soccorsodella scena A completamento dell’apparato tecnico scenografico un maxi schermo per proiettare inremoto le tessere mosaico dei bambini-ragazzini chierici con al centro il sagrestano nell’impossibilità di disporre del coro dei bambini nella cantoria. Volti lontani di una innocenza incontaminata ruotanti attorno alla figura del sagrestano.

Le mascherine La luce per occultare le distanze vietate a colmarsi, la tecnologia per riportare gli impossibilitati ad esserci, ma poi per le masse corali oltre alla tracciabilità dei percorsi e spazi a scacchiera riservati e marcati a pavimento la mascherina coprente. La mascherina nasconde, cancella, gli occhi si esaltano come espressione di una coralità afflitta, tormentata, speranzosa, disperata. Li costringe a una penitenzialità anche di canto vocale di una chiesa opprimente. Ma c’è anche una compostezza nella mascherina e perfino un’eleganza, un non volto tra la folla coro, la massa corale pretende l’anonimato di ognuno un non volto tra la folla, il mistero dell’identità, che ci perseguita da millenni ne esce soverchiante.

La gestualità Ai dialoghi rotti e concitati dell’azione rapida, incalzante, precipitosa che caratterizza la partitura, quasi al ritmo audace di un dramma in prosa, corrispondono scarti improvvisi, spostamenti a strappi, accelerazioni repentine, rallentamenti raggelati, per evitare il contagio di uno Scarpia venefico, movimenti di gioco di specchi riflessi, cadute verticali sotto un giogo oppressivo di un potere ostentato. Queste solo alcune delle modalità dinamico gestuali che sottendono alla flemma-furiosa di Scarpia, alla passionalità generosa e orgogliosa di Tosca, al febbrile lavoro di Cavaradossi, al fuggire di Angelotti. Voglio ricordare, a conclusione di queste note, l’intuizione di Fedele D’Amico circa le componenti pre-espressioniste in Tosca e come preceda di poco, temporalmente parlando, Salomè, Elektra, Wozzeck. (Stefano Monti)

Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini

06 e 14 agosto 2020

TOSCA

Melodramma in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

Musica di Giacomo Puccini

(prima rappresentazione 14 gennaio 1900, Teatro Costanzi, Roma)

Regia, Scene e Costumi

Stefano Monti

Maestro concertatore e direttore

Alberto Veronesi

Floria Tosca

Amarilli Nizza

Mario Cavaradossi

Amadi Lagha

Il Barone Scarpia

Devid Cecconi

Cesare AngelottiDavide Mura

Il Sagrestano Claudio Ottino

Spoletta Marco Voleri

Sciarrone Alessandro Ceccarini

Un carceriere Massimo Schillaci

Orchestra del Festival Puccini

Coro del Festival Puccini

Maestro del Coro Roberto Ardigò

Gran Teatro Giacomo Puccini

Via delle Torbiere, s.n.c.

Torre del Lago Puccini 55049 Viareggio  (LU)

Tosca
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